Gearbox Software è finita nell’occhio del ciclone per il travagliato lancio di Borderlands 4, previsto per il 12 settembre 2025. Dopo il caos generato dall’iniziale prezzo suggerito di 80 dollari (poi riportato a 70), il gioco continua a far discutere stavolta per i requisiti hardware proibitivi e la presenza di DRM pesanti.
Metà dei giocatori Steam non raggiunge i requisiti minimi
Secondo l’ultima Steam Hardware Survey, oltre il 50% degli utenti possiede un processore a 6 core o inferiore, mentre Borderlands 4 richiede almeno una CPU a 8 core anche per l’esecuzione minima. I requisiti raccomandati parlano chiaramente: CPU con più di 8 core, una soglia ben al di sopra dell’hardware della maggior parte dei PC da gaming economici.
Questo significa che oltre metà dei giocatori su Steam non potrà nemmeno avviare il gioco, a meno di un upgrade costoso. E i prezzi dei processori a 8 core di fascia medio-alta non sono certo alla portata di tutti, come il Ryzen 7 o gli Intel Core i7 di nuova generazione.
Denuvo e Symbiote: la doppia protezione anti-pirateria fa discutere
Ad aumentare le polemiche ci pensano i sistemi DRM scelti da Gearbox:
- Denuvo, già famigerato per l’impatto negativo sulle performance;
- Symbiote, un nuovo DRM ancora poco documentato, ma che promette di essere altrettanto invasivo.
Molti osservatori sostengono che proprio l’uso combinato di questi due DRM sia la causa del fabbisogno CPU così elevato. Se confermato, ciò implicherebbe che la protezione anti-pirateria sta penalizzando direttamente l’esperienza degli acquirenti legittimi.
Unreal Engine 5 sotto stress: prestazioni ancora incerte
Borderlands 4 è costruito su Unreal Engine 5, un motore che ha sì grande potenziale visivo, ma che in molte produzioni recenti ha dimostrato problemi di ottimizzazione, specialmente su hardware di fascia media. L’esperienza open-world rischia dunque di essere poco fluida, una minaccia tangibile per un gioco che punta tutto su combattimenti frenetici e co-op adrenalinica.
Gearbox risponde alle critiche: “Pagherete il prezzo”
La risposta del team di sviluppo è stata… poco diplomatica. Il game director ha commentato con un caustico “You will all pay the price”, riferendosi ironicamente alle lamentele sui requisiti e sul prezzo. Una dichiarazione che non ha certo aiutato a placare il malcontento della community.

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