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Dying Light: The Beast abbandona le scelte narrative

Il nuovo capitolo della serie Dying Light, intitolato Dying Light: The Beast, rappresenterà una svolta importante per Techland: non ci saranno più le ramificazioni narrative che hanno caratterizzato Dying Light 2. Lo ha rivelato Tymon Smektala, franchise director dello studio, in un’intervista esclusiva concessa a GamesRadar+.

Un ritorno alle radici per stabilire un canone ufficiale

Il team ha deciso di abbandonare le scelte multiple per tornare a una narrazione più lineare, in stile Dying Light 1, con un obiettivo ben preciso: ristabilire una linea narrativa canonica che possa fare da base solida per il futuro della serie.

“Volevamo che questo fosse un capitolo ufficiale e canonico della saga,” ha dichiarato Smektala. “Stiamo guardando a ciò che è successo a Kyle Crane nel primo gioco e vogliamo raccontare il prossimo capitolo della sua storia.”

Per garantire coerenza narrativa e creare un punto di partenza comune per tutti i giocatori, Techland ha scelto di rinunciare alla libertà d’azione vista in precedenza. Questo permetterà di costruire con precisione l’evoluzione della saga e dare un destino univoco a Kyle Crane, il protagonista più amato dai fan.

Un nuovo corso dopo gli errori di Dying Light 2

Smektala non ha nascosto che Dying Light 2 ha avuto alcune problematiche, soprattutto nella gestione del tono e dell’atmosfera.

“Abbiamo perso l’orrore e la tensione,” ha ammesso, “ma con The Beast stiamo creando il miglior Dying Light di sempre.”

Techland sembra dunque determinata a imparare dai propri errori, mantenendo però una forte connessione con la community, anche senza offrire un ventaglio di scelte nel gameplay. Il ritorno alla linearità è quindi una decisione meditata, che punta a rendere The Beast una vera e propria Dying Light 3 sotto mentite spoglie.

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