Tech Gaming
SOCIAL:
Filed under: Recensioni

It Takes Two: Recensione, Gameplay Trailer e Screenshot

Dopo A Way Out, John Fares propone un nuovo capolavoro ai videogiocatori, da giocare esclusivamente in co-operativa online o locale, quest’oggi dunque voglio condividere con voi la Recensione di It Takes Two, disponibile su PC, PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series e Google Stadia.

It Takes Two è un lungo viaggio di una giovane coppia intenta a divorziare, tramutata a causa di un misterioso sortilegio in un paio di bambole, allo scopo di ritrovare il loro amore perduto da tempo, affrontando insieme le difficoltà fino al ricongiungimento con la figlia. A fare da guida alla coppia vi è un libro parlante con accento messicano, il quale metterà alla prova il duo per obbligarli a collaborare.

Come anticipato It Takes Two segue le orme di A Way Out, un gioco esclusivamente co-operativo, che non lascia spazio al giocatore singolo, da giocare dunque forzatamente in multiplayer con un secondo giocatore online o in locale, tramite lo schermo condiviso. Indipendentemente da come deciderete di giocarlo, lo schermo sarà comunque diviso in due parti, ciò permetterà a entrambi i giocatori di vedersi e collaborare per superare gli enigmi ambientali, boss ed i tanti ostacoli presenti lungo il viaggio.

7 i capitoli che compongono l’intera avventura, la cui durata si attesta sulle 2 ore ciascuno, per un totale dunque di 15 ore per giungere ai titoli di coda, una longevità raddoppiata rispetto quella offerta dal precedente titolo. Esplorerete svariate località sia interne che esterne dell’abitazione della coppia, affrontando pericoli e nemici di ogni sorta, tenendo presente che vedrete il mondo dagli occhi di due bambole, dunque tutto vi sembrerà più grande del normale, un pò come in Tesoro mi si sono ristretti i ragazzi.

Ho decisamente amato 2 aspetti del titolo, il primo legato alle abilità e il secondo ai minigiochi. Per quanto riguarda le abilità, in ogni capitolo avrete gadget e poteri differenti, da combinare con quelli del secondo giocatore per superare nemici e ostacoli. Non vi sono collezionabili da recuperare ma una vagonata di minigiochi da scoprire, con i quali è possibile divertirsi in competitiva, al fine di sfidarsi a chi è più abile nel tiro alla corda, il salto in lungo o nel ballo, i minigiochi sono numerosi e diversificati tra di loro, vi porteranno via più tempo del previsto, sia per scoprirli che per l’intrattenimento offerto.

It Takes Two è un capolavoro di infinita bellezza, toccante, divertente, coinvolgente e immersivo senza precedenti, arriverete ai titoli di coda senza accorgervi del tempo volato, un titolo in cui la rigiocabilità è data dalla generosa presenza di minigiochi, nei quali potete cimentarvi in qualsiasi momento dopo averli scoperti ed aggiunti alla collezione, oltre il divertimento di rigiocare l’avventura nei panni del personaggio opposto, al fine di provare i suoi gadget ed abilità.

Giocato su Xbox Series X, It Takes Two si comporta egregiamente sul fronte della stabilità, con un comparto grafico lodevole e dettagliato ed un frame rate mai soggetto a bruschi cali di frame, unica nota dolente risiede nella presenza a volte di caricamenti più lunghi del normale. Alla morte di un personaggio è possibile tornare in vita infinite volte, morire entrambi segnerà il game over e di conseguenza il caricamento della partita dall’ultimo checkpoint raggiunto.

Numerosi i punti in cui il gioco salverà i progressi, ciò vi permetterà di interrompere la partita e proseguirla in un secondo momento, sia da una sezione del capitolo che dal boss stesso. Avere nella maggior parte dell’avventura lo schermo diviso in 2 parti vi porterà inizialmente a guardare inevitabilmente il personaggio del secondo giocatore più che il vostro, ma nel corso del gioco il senso di immersione sarà così’ profondo da non farci più caso.

It Takes Two è un capolavoro di infinita bellezza, da una trama profonda, emotiva e significativa ad un gameplay innovativo, divertente e coinvolgente, uno di quei pochi giochi in cui una volta giunti ai titoli di coda avvertirete un senso di amarezza per aver già completato l’avventura, piuttosto che un “finalmente è finito”.

Condividilo