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Kingdom Come Deliverance 2 accusato di essere Woke, il Game Director risponde

La dichiarazione di Daniel Vávra, game director di Kingdom Come Deliverance 2, arriva in risposta alle accese discussioni scatenate dalle speculazioni che il gioco potesse essere influenzato da ideologie “woke”. La questione riflette un tema sempre più centrale nell’industria videoludica, dove le scelte narrative e artistiche dei creatori vengono spesso esaminate alla luce di tendenze socio-culturali globali.

Le preoccupazioni sollevate da una parte della community riguardano il timore che Kingdom Come Deliverance 2 possa sacrificare l’autenticità storica o la libertà creativa per aderire a messaggi sociali contemporanei. Tuttavia, Vávra ha sottolineato come il gioco sia rimasto fedele alla visione originale, affermando con fermezza che né lui né il suo team hanno subito pressioni esterne durante lo sviluppo. La Boemia medievale, già rappresentata in modo dettagliato e realistico nel primo capitolo, è di nuovo al centro della narrazione e delle meccaniche di gioco.

Secondo Vávra, il nuovo titolo continuerà a proporre un’esperienza basata su scelte morali e sociali coerenti con l’epoca storica. Questo approccio non solo rispetta il contesto storico, ma dà anche ai giocatori la libertà di plasmare la loro avventura e affrontarne le conseguenze, un elemento distintivo del franchise.

La risposta di Vávra evidenzia un fenomeno più ampio nel panorama videoludico e culturale: la tendenza a interpretare le opere creative attraverso il filtro delle attuali “guerre culturali”. Tuttavia, il game director ribadisce l’intenzione di evitare discussioni politiche e di concentrarsi sul raccontare una storia autentica e coinvolgente, senza influenze esterne che possano distorcere il risultato finale.

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