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Mago: Recensione, Gameplay Trailer e Screenshot

Solitamente quando ci si trova nei periodi in cui le uscite videoludiche sono popolate di Tripla A, difficilmente si da una qualche possibilità agli Indie minori di avere il proprio spazio, passando di conseguenza in secondo piano e finendo in poco tempo nel dimenticatoio, per questo motivo lanciare un gioco di questo tipo in un periodo di grandi uscite non è una mossa geniale. Come accade ogni anno l’estate da più spazio agli Indie, proprio a causa della quasi totale assenza dei capolavori, per questo titoli come quello di cui vi parlerò oggi riesce a destare l’interesse degli appassionati e non solo. A seguire con tale premessa la Recensione di Mago, un platform vecchia scuola in tutto e per tutto, dalle meccaniche al comparto grafico pixel art, il quale se da un lato allontana da sè giocatori moderni e più esigenti, dall’altro attira i veterani cresciuti con il Super Nintendo, in un periodo in cui il 16 bit era il massimo della tecnologia videoludica a cui era possibile ambire prima dell’avvento della generazione successiva.

Lanciato su Steam il 21 Giugno da HyperTrain Digital e sviluppato da Dream Potion Games, Mago vi fa vestire i panni come dice il titolo stesso di un mago il cui nome è Gourmet, il quale aprendo un libro di ricette si troverà di fronte il Royal Burger, un panino sostanzioso e delizioso che tra i suoi ingredienti presenta una giovincella. Gourmet è si un mago ma cela in sè anche un animo malvagio e pronto a tutto per soddisfare i suoi desideri. Durante uno spettacolo teatrale causa la scomparsa dello stesso ingrediente di cui aveva bisogno per preparare la ricetta, per questo deciderà di partire per un lungo viaggio nel tentativo di ritrovarla e salvarla dalle grinfie altrui. Il gioco è strutturato in livelli, presenti nella tradizionale mappa del mondo, nei quali oltre a fronteggiare le minacce dovrete evitare i pericolosi ostacoli presenti lungo il cammino, ritrovandovi di tanto in tanto a fronteggiare il boss della zona. Come ogni platform vecchia scuola che si rispetti non avrete molte azioni a disposizione, dal movimento al salto e naturalmente l’attacco principale.

Tramite l’hud potete tenere costantemente sotto controllo la barra vitale, mentre nel corso dell’avventura avrete modo anche di cambiare il vestiario di Gourmet, spendendo il denaro accumulato nei livelli. Nonostante si tratti di un platform a scorrimento, non mancano all’appello segreti da scoprire come muri apparentemente indistruttibili, per una longevità complessiva di circa 30 ore, ed un gameplay che alla lunga diventa inevitabilmente ripetitivo. Di per sè il gioco è piuttosto semplice, si avanza sconfiggendo i nemici ed evitando gli ostacoli, raccogliendo le monete per il proprio tornaconto personale, sfruttando le abilità magiche e bonus temporanei ottenibili per sopravvivere, nei più disparati ambienti, da lande ghiacciate alla preistoria e lo spazio aperto, cimentandovi non solo nei tradizionali livelli ma anche minigiochi sportivi. Pur essendo un titolo minore la qualità c’è in termini contenutistici, vi divertirete e verrete intrattenuti per l’intera durata, con le sue trasformazioni, abilità e poteri vari. Certo, non è un capolavoro ma il modo in cui è stato sviluppato rende omaggio ai platform del passato, i quali costituivano in buona parte il patrimonio videoludico delle piattaforme a 16 Bit dell’epoca.

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