A cinque anni dal lancio, la PlayStation 5 continua a vendere milioni di unità, ma per molti giocatori qualcosa manca all’appello: le grandi esclusive first-party, da sempre il fiore all’occhiello dell’ecosistema Sony. Se guardiamo al passato, l’epoca PS3 e soprattutto l’era PS4 ci hanno regalato titoli indimenticabili, capaci di ridefinire generi e fissare nuovi standard qualitativi. Ma con PS5, questa promessa sembra essersi smarrita.
Il tema è tornato di attualità dopo un articolo pubblicato su Forbes, in cui il giornalista Paul Tassi ha acceso i riflettori sulla carenza di produzioni originali da parte dei PlayStation Studios. Il recente rinvio di Marathon e i ben noti problemi legati ai progetti live service hanno messo in discussione le strategie dell’azienda. I fan più attenti notano che, a differenza delle scorse generazioni, i team interni Sony hanno faticato a proporre nuove IP, preferendo remaster, remake e aggiornamenti tecnici che raramente entusiasmano.
Uno degli esempi più emblematici è Insomniac Games, un tempo considerata l’ancora di salvezza della lineup PS5 grazie al ritmo serrato di pubblicazione di titoli come Spider-Man: Miles Morales e Ratchet & Clank: Rift Apart. Ma anche qui il silenzio regna sovrano: Wolverine, annunciato nel 2021, non ha più fatto notizia. E nel frattempo, altri colossi come Naughty Dog e Santa Monica Studio restano fermi ai box.
Le cause sono molteplici: tempi di sviluppo sempre più lunghi, budget in costante crescita e la rincorsa, spesso fallimentare, al modello live service. Il risultato? Un catalogo first-party che appare più povero che mai, con i fan costretti a puntare lo sguardo già alla prossima generazione.

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