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Resident Evil Requiem: Il cambio telecamera rende il gioco diverso

Capcom ha finalmente deciso di abbracciare entrambe le anime del proprio franchise: Resident Evil Requiem sarà infatti giocabile sia in prima persona che in terza persona, offrendo ai fan la libertà di scegliere il punto di vista che preferiscono per affrontare l’incubo. Ma non si tratta semplicemente di un’opzione cosmetica: a quanto dichiarato dal producer Masato Kumazawa, ogni visuale influenzerà profondamente l’esperienza ludica, quasi come se si trattasse di due giochi paralleli.

Secondo l’intervista rilasciata al PlayStation Blog, l’adozione di una doppia visuale non è stata una scelta priva di conseguenze. Cambiare la telecamera in un gioco horror non equivale a premere un interruttore: ogni modifica comporta implicazioni strutturali su più fronti, tra cui interfaccia, animazioni, comportamento dei nemici, audio e perfino l’aspetto fisico dei personaggi. Per questo motivo, Capcom ha apportato ritocchi mirati a ciascuna modalità per garantire un livello di tensione e inquietudine costante, indipendentemente dal punto di vista selezionato.

Kumazawa sottolinea che l’obiettivo non è stato quello di facilitare l’esperienza in una modalità rispetto all’altra, ma piuttosto di mantenere un senso persistente di ansia. Che il giocatore scelga di vivere la vicenda con gli occhi della protagonista Grace o di seguirla da dietro le spalle, l’effetto psicologico sarà comunque disturbante. Anche perché l’RE Engine, il motore grafico proprietario ormai rodato, è stato ulteriormente migliorato per trasmettere realismo sensoriale e vulnerabilità: dettagli come il sudore che cola, il tremolio delle labbra o la leggerezza dei capelli si uniscono a un lavoro sonoro minuzioso per tenere il giocatore costantemente sotto pressione.

Questa doppia impostazione non solo arricchisce l’atmosfera horror, ma potrebbe rappresentare anche una spinta alla rigiocabilità, elemento sempre più apprezzato nei survival moderni. Da una parte l’immedesimazione immersiva della soggettiva, dall’altra il controllo tattico e cinematografico della terza persona: Resident Evil Requiem non si accontenta di mediare tra passato e presente, ma li fonde offrendo due anime distinte dello stesso incubo.

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