Tech Gaming
SOCIAL:
Filed under: Recensioni

Rooftops & Alleys: Recensione, Gameplay Trailer e Screenshot

Rooftops & Alleys: The Parkour Game è un titolo in accesso anticipato che si propone di essere la simulazione definitiva del parkour urbano. Sviluppato da uno studio indipendente, il gioco non ha una vera e propria campagna né una narrativa da seguire: tutto ruota attorno alla libertà di movimento, alla fluidità delle acrobazie e all’abilità del giocatore nel creare il proprio stile.

La prima cosa che colpisce è l’ambiente: grandi mappe verticali, ispirate a paesaggi urbani realistici ma stilizzati, progettate per offrire una vasta gamma di percorsi, ostacoli, appigli e superfici con cui interagire. Ogni elemento può essere sfruttato per costruire catene di trick che vanno ben oltre il semplice salto: vault, wallrun, wallflip, tic-tac, roll, precision landing e moltissime altre manovre sono presenti, con una fisica che, pur essendo giocosa, premia il tempismo e la coordinazione.

Il sistema di movimento è profondo, complesso e altamente gratificante. Non basta premere un tasto: ogni azione va pensata e calibrata. Questo rende il gioco difficile da padroneggiare, ma una volta che si entra nel flow, regala sensazioni uniche. Il paragone più immediato è con la serie Tony Hawk, ma traslata nel mondo del parkour, dove concatenare trick diventa una forma di espressione personale. Non c’è punteggio obbligatorio, ma le combo possono essere visualizzate e migliorate, rendendo ogni run un’occasione per superarsi.

L’esperienza è principalmente orientata al single player, ma il comparto multigiocatore merita una menzione particolare. Modalità come corsa libera di gruppo, tag, capture the flag e battaglie di trick in tempo reale permettono di confrontarsi con altri giocatori in modo originale e coinvolgente. Il sistema online è semplice da usare, fluido e contribuisce a far crescere una comunità attiva e appassionata, che condivide percorsi, video e consigli per migliorarsi a vicenda.

Graficamente, il titolo si presenta bene, con un’estetica pulita e leggibile. Gli ambienti sono ben disegnati e la grafica, pur non puntando al fotorealismo, riesce a restituire una forte sensazione di verticalità e profondità. L’ottimizzazione è sorprendentemente solida: anche su sistemi meno recenti o su Steam Deck il gioco si comporta molto bene, garantendo fluidità costante e caricamenti rapidi.

Uno degli aspetti più critici, tuttavia, è l’accessibilità. Il gioco non guida il giocatore nel comprendere le meccaniche. I tutorial sono minimi, frammentari, e affidano tutto all’intuito. Questo può scoraggiare i nuovi arrivati o chi si aspetta un’introduzione graduale. Serve tempo, pazienza e voglia di sbagliare. Inoltre, il contenuto attualmente disponibile è ancora limitato: solo alcune mappe ufficiali e poche modalità. La varietà non manca, ma si sente l’assenza di una modalità carriera o una progressione strutturata.

A livello tecnico, le animazioni sono generalmente buone, ma in alcuni casi la fisica del personaggio può comportarsi in modo strano, soprattutto durante cadute o collisioni ravvicinate. I comandi sono reattivi, ma richiedono precisione e un po’ di pratica per essere pienamente assimilati. Rooftops & Alleys è un gioco con un’identità chiara e una direzione precisa. Non vuole piacere a tutti, ma si rivolge a chi cerca un’esperienza di movimento puro, non vincolata da obiettivi tradizionali.

È un gioco da vivere più che da “completare”, in cui il senso di realizzazione deriva dalla padronanza delle meccaniche, dalla scoperta creativa dei percorsi e dal puro piacere di correre, saltare e arrampicarsi. Si tratta di un progetto coraggioso e in forte crescita. Chi ama il parkour, i giochi sandbox e le sfide di abilità troverà un prodotto già solido, destinato a migliorare ulteriormente. Servono più contenuti, tutorial più strutturati e magari una forma di progressione che invogli a tornare. Ma la base è eccellente, e la sensazione di libertà che offre non ha eguali nel panorama attuale. Una gemma per chi ama spingersi oltre i limiti, un po’ come fanno i veri tracciatori sui tetti delle città.

Condividilo