Tech Gaming
SOCIAL:
Filed under: Recensioni

Shadow Warrior 3: Recensione, Gameplay Trailer e Screenshot

Quando si pensa ad uno sparatutto frenetico e violento, è inevitabile avere nella mente titoli come Doom o Quake, giusto per citarne qualcuno. Gli amanti dell’oriente conosceranno indubbiamente il gioco di cui vi parlerò quest’oggi, il quale è giunto di recente al terzo capitolo. A seguire dunque la Recensione di Shadow Warrior 3. Dopo lo splendore del primo capitolo e il deludente sequel, Flying Wild Hog tenta di recuperare lo scivolone su banana abbandonando la struttura semi-open del predecessore, proponendo un’avventura più chiusa e lineare, meno dispersiva ma pur sempre caotica e frenetica, dopotutto sono marchi di fabbrica della serie. Come ogni FPS di casa 3D Realm che si rispetti, Shadow Warrior 3 è irriverente, violento, veloce e divertente, con combattimenti in cui lo splatter è il menu del giorno tra smembramenti, decapitazioni e finish che Mortal Kombat approverebbe. Se i primi due capitoli si portano solo 3 anni di differenza l’uno dall’altro, per il terzo il team si è preso il doppio del tempo per realizzare un titolo che non deludi le aspettative dei videogiocatori, ed è inutile dirvi che se provenite da Painkiller e Serious Sam oltre il re degli FPS violenti, caotici e frenetici (Doom), non potrete non amare fin da subito Shadow Warrior 3.

Con Shadow Warrior 2 il team ha tentato di intraprendere una strada alternativa, proponendo il medesimo gameplay ma in un mondo più aperto, l’esperimento non è andato nel migliore dei modi, sopratutto tenendo presente che l’atmosfera asiatica che ha affascinato molti nel predecessore, è stata messa da parte in favore del moderno e futuristico. Con Shadow Warrior 3 il team è tornato sulla retta via, imparando dagli errori commessi in passato, limitando l’esplorazione allo stretto indispensabile, non ci sono percorsi secondari, aree da visitare per trovare collezionabili o bonus vari e sezioni aperte con cui interagire con degli NPC. La longevità del titolo ha il tempo che trova per raggiungere i titoli di coda, 7-9 ore circa per il completamento dell’avventura a difficoltà normale, portandovi dall’inizio alla fine a trucidiare mostri di ogni sorta mentre correte verso la conclusione come fosse una speedrun. Nel corso dell’avventura potrete contare sia sulla katana per affettare i demoni come del sashimi che armi da fuoco di ogni sorta, oltre elementi di scena quali barili esplosivi, elettrici o paralizzanti, spuntoni, lame e trappole di ogni sorta, la creativa la farà da padrone e il modo con cui eliminare le minacce spetterà a voi stabilirlo.

Ogni arma può essere ovviamente potenziata mediante degli appositi orbi d’argento, i quali consentono di aumentare il caricatore, la potenza dei colpi, aggiungere effetti vari e cosi via dicendo. In Shadow Warrior 3 non mancano sessioni in puro stile platform, dove potrete camminare sui muri, spiccare dei lunghi e pericolosi salti, arrampicarvi, scivolare ed agganciarvi con l’inmmancabile rampino, utilizzabile anche contro i nemici. A rendere il tutto più frenetico e scenografico non manca la possibilità di infliggere delle combo mortali ai mostri incontrati in stile Doom, utilizzando armi speciali a tempo come martelli giganti, trivelle, occhi glaciali ed altri strumenti. Fying Wild Hog compensa la carenza di esplorazione con una miriade di combattimenti apparentemente interminabili, dove le ondate di nemici a volte sono così numerose da darvi la sensazione di trovarvi in Quake Arena. La trama viene raccontata mediante cut-scene narrate dal protagonista, le quali oltre ad essere skippabili per tornare in azione in men che non si dica, vengono proposte di rado, al fine di non distogliere l’attenzione del giocatore dall’azione.

Come anticipato sul fronte ambientazioni il titolo torna allo splendore di un tempo, con scenari asiatici che spesso vi porteranno ad ammirarli piuttosto che proseguire, con un framerate stabile e che garantisce un’esperienza piuttosto fluida, appagante, divertente e coinvolgente, bilanciando alla perfezione grafica e prestazioni, giocato su un PC con processore i9 9990 K, scheda video NVIDIA GeForce RTX 2080 Super 8 GB e 16 GB di RAM DDR4, con monitor rigorosamente in 4K, il risultato è stupefacente, considerando la frenesia del Gameplay. Shador Warrior è tornato e nel migliore dei modi, più ignorante, violento e coatico che mai, il quale si lascia piacevolmente giocare dall’inizio alla fine.

Condividilo