Star Wars: Bounty Hunter è uno di quei giochi che, pur non avendo raggiunto lo status di capolavoro al momento del suo lancio nel 2002, ha saputo conquistare un posto speciale nel cuore degli appassionati della saga di George Lucas. Ora, con il suo ritorno in versione rimasterizzata grazie agli sforzi di Aspyr, ci si chiede se l’avventura del cacciatore di taglie mandaloriano Jango Fett possa ancora emozionare come un tempo.
Ambientato prima degli eventi di Star Wars: Episode II – Attack of the Clones, Bounty Hunter segue Jango Fett nella sua missione di caccia, orchestrata in segreto da Darth Tyranus (meglio conosciuto come Conte Dooku). La trama, pur non essendo particolarmente complessa, riesce a offrire un interessante sguardo nel passato dell’uomo che ha dato origine all’esercito di cloni. Gli appassionati della saga troveranno piacevole immergersi in questo frammento di lore, anche se la narrativa, per gli standard odierni, potrebbe risultare piuttosto lineare.
Il gameplay rimane fedele alla sua natura originale: un gioco d’azione in terza persona con elementi platform. Aspyr ha migliorato il comparto tecnico con texture più definite e una risoluzione più alta, che rendono il gioco visivamente più gradevole sulle console moderne. Tuttavia, le radici del titolo sono ben visibili: i controlli, pur essendo stati rimappati, conservano un certo “peso” che può risultare ingombrante, specialmente per chi è abituato a meccaniche più fluide e responsive. Il sistema di combattimento, un tempo punto di forza del gioco, mostra oggi tutti i suoi limiti. Le meccaniche sono basilari, e l’intelligenza artificiale dei nemici appare datata, con comportamenti prevedibili e una scarsa varietà di attacchi.
Il sistema di mira automatica, seppur utile, non sempre risponde come dovrebbe, causando qualche frustrazione nei momenti più concitati. Uno degli elementi distintivi di Bounty Hunter è la possibilità di cacciare taglie durante le missioni, aggiungendo una dimensione extra al gameplay. Tuttavia, questa meccanica, pur interessante sulla carta, soffre di un’implementazione che rallenta il ritmo dell’azione. Scansionare ogni nemico alla ricerca di un bersaglio specifico diventa presto ripetitivo e, sebbene ignorare questa funzionalità sia possibile, ciò significa rinunciare a una parte significativa dell’esperienza.
I sei capitoli del gioco, suddivisi in tre livelli ciascuno, propongono un design che riflette il meglio (e il peggio) dei giochi d’azione dell’epoca. Le sezioni platform sono impegnative e richiedono precisione, con pochi indizi su come procedere, costringendo il giocatore a esplorare e ragionare con attenzione. Se da un lato questo approccio offre una sfida soddisfacente per i giocatori più esperti, dall’altro può risultare frustrante per chi è abituato alle comodità dei titoli più moderni, come minimappe o indicatori di obiettivi.
Star Wars: Bounty Hunter Remastered è un’opportunità per i fan della saga di rivivere un pezzo del passato videoludico di Star Wars. Aspyr ha fatto un buon lavoro nel riportare il titolo alla luce, ma non ha potuto eliminare del tutto le limitazioni legate alla sua età. Se hai amato l’originale o sei un fan irriducibile di Star Wars, questo gioco ti offrirà un piacevole tuffo nella nostalgia. Tuttavia, se cerchi un’esperienza d’azione moderna e sofisticata, potresti trovare questo ritorno al passato meno avvincente di quanto speravi.
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