SYNDUALITY Echo of Ada è un titolo che combina il genere extraction shooter con un’ambientazione post-apocalittica e una forte componente narrativa legata all’omonima serie anime. Il concept di un mech-action game con elementi sociali è intrigante, ma la realizzazione finale lascia spazio a diverse criticità
L’anno è il 2222. Gli umani sopravvissuti si rifugiano in città sotterranee dopo che la pioggia velenosa delle Lacrime della Luna Nuova ha devastato il pianeta e generato le temibili creature note come Ender. Nei panni di un Drifter, il giocatore deve esplorare le superfici ostili per raccogliere la preziosa risorsa Cristalli AO, affrontando i pericoli del mondo esterno con l’aiuto del proprio Magus, un’IA umanoide personalizzabile.

La narrativa promette un’esperienza immersiva, ma il world-building non riesce a distinguersi. Le missioni e le aree esplorabili si ripetono troppo spesso, e l’assenza di un senso di progressione ben definito smorza l’entusiasmo iniziale. L’elemento più promettente di SYNDUALITY è il suo gameplay basato sull’esplorazione e il combattimento con mech, ispirato a titoli come Escape From Tarkov ma con un approccio più accessibile e cooperativo.
Uno degli aspetti centrali del gioco è il sistema di combattimento, che si presenta con un feeling solido e una buona reattività nei controlli. La possibilità di personalizzare la propria Cradlecoffin (il mech da battaglia) aggiunge un interessante livello di varietà, permettendo ai giocatori di sperimentare diverse configurazioni. Tuttavia, la gamma di armi e strategie disponibili risulta limitata, rendendo il combattimento piuttosto ripetitivo nel lungo periodo. Questo porta a una riduzione dell’entusiasmo iniziale, specialmente per chi cerca un sistema più articolato e tecnico.

L’elemento esplorativo è ben integrato nel gameplay, spingendo i giocatori a immergersi in ambientazioni ostili per recuperare materiali e migliorare la propria base operativa. Questo aggiunge un interessante aspetto gestionale, stimolando la crescita e il potenziamento delle proprie risorse. Tuttavia, la mancanza di varietà nelle missioni rischia di rendere il loop di gioco eccessivamente ripetitivo. Le attività proposte, sebbene funzionali, non riescono a mantenere alta la motivazione dei giocatori nel lungo periodo, dando la sensazione di dover ripetere le stesse azioni senza un reale senso di progressione.
Il multiplayer rappresenta un punto di forza con la sua enfasi sulla cooperazione. I giocatori possono unirsi per affrontare i pericoli delle zone ostili insieme ad altri Drifters, creando un’esperienza più dinamica e coinvolgente. Tuttavia, il comparto PvP presenta problemi significativi di bilanciamento, risultando spesso più frustrante che appassionante. Questo aspetto potrebbe scoraggiare coloro che desiderano una sfida più equa e stimolante, limitando il potenziale competitivo del gioco.

Un altro punto critico è rappresentato dal sistema di progressione. Nonostante l’introduzione di stagioni e potenziamenti sbloccabili, il senso di avanzamento risulta debole. Dopo le prime ore di gioco, il ritmo tende a rallentare e la progressione perde mordente, rischiando di annoiare i giocatori meno pazienti. Un sistema più dinamico e gratificante potrebbe migliorare l’esperienza complessiva, mantenendo alta la voglia di esplorare e migliorare il proprio mech.
Il titolo offre un’esperienza mech solida e con alcune idee interessanti, ma non riesce a mantenere costantemente alta l’attenzione del giocatore. Il combattimento, seppur inizialmente coinvolgente, diventa ripetitivo, l’esplorazione risulta poco varia e il sistema di progressione necessita di maggiore profondità. Il multiplayer, pur avendo buone potenzialità, soffre di problemi di bilanciamento che ne limitano l’attrattiva. Con alcuni miglioramenti mirati, il gioco potrebbe diventare un’esperienza più appagante per gli appassionati del genere.

Il Magus è un’IA che fornisce supporto tattico e informazioni utili durante l’esplorazione. Ogni Magus ha una personalità distinta, e le interazioni con loro aggiungono un pizzico di profondità narrativa. Tuttavia, il loro ruolo nel gameplay rimane marginale e il potenziale di questa meccanica non viene sfruttato appieno. Dal punto di vista tecnico, SYNDUALITY Echo of Ada presenta un comparto grafico discreto, con ambientazioni ben realizzate ma poco varie. Tuttavia, il gioco soffre di problemi di ottimizzazione, tra cui eccessivo motion blur e cali di framerate, che possono compromettere l’esperienza complessiva.
SYNDUALITY Echo of Ada parte con un concetto intrigante, ma la sua realizzazione lascia a desiderare. Il gameplay loop diventa ripetitivo troppo in fretta, il combattimento manca di profondità e il bilanciamento tra PvE e PvP non è ottimale. Nonostante alcuni spunti interessanti, come la personalizzazione del Magus e il sistema di esplorazione, il gioco non riesce a mantenere un’attrattiva a lungo termine. Se sei un appassionato di mech e extraction shooter, potresti trovare qualche ora di divertimento in SYNDUALITY, ma non aspettarti un’esperienza rivoluzionaria.

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