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Atomic Heart: Recensione, Gameplay Trailer e Screenshot

Uan delle saghe videoludiche più coinvolgenti, emozionanti e originali è senza ombra di dubbio Bioshock, e come il genere Souls ha visto nel corso degli anni diversi titoli ispirati, dal gameplay all’ambientazione, dopotutto si sa che quando un gioco ha successo, è inevitabile scimmiottarlo come si suol dire, nel tentativo di creare una nuova idea ma che richiami a grandi linee quella del capolavoro per eccellenza. Con tali premesse quest’oggi voglio condividere con voi la Recensione di Atomic Heart. Certo, gli autori hanno ribadito più volte che non ha nulla a che fare con Bioshock, ma giocandolo vi renderete conto di come sotto alcuni aspetti lo ricorda.

Sviluppato da Mundfish e distribuito da Focus, Atomic Heart vi porta un mondo in cui umani e robot coesistono, un’apparente utopia, si trasformerà in un vero incubo. A pochi giorni dal lancio di un nuovo sistema che permette di controllare i robot, un esperimento andato male provoca l’insurrezione di creature mutanti, terribili macchine e robot superpotenziati, i quali decideranno di ribellarsi violentamente ai propri creatori. Nei panni dell’eroe di turno, super accessoriato ed armato fino ai denti, dovrete vedervela con orde di robot, nel tentativo di riportare l’umanità ad avere il totale controllo di essi.

Atomic Heart è ambientato in una versione immaginaria del passato, dove la tecnologia ha fatto notevoli passi da gigante sul fronte di robot e intelligenza artificiale, seppur usi e costumi siano quelli dell’epoca. 20 le ore richieste per portare a termine la storia principale e altre 15 qualora si decidi di optare anche per le secondarie. Nel corso dell’avventura potrete usare armi da mischia e da fuoco, con la possibilità di personalizzarle e potenziarle presso le apposite stazioni di servizio, usando i materiali richiesti oltre che la valuta. Esplorando il vasto mondo di gioco vi imbatterete in distributori presso i quali sia sbloccare abilità da equipaggiare negli slot a disposizione, per un totale di ben 5 attive e 94 globali, e spendere denaro e materiali per rivedere l’arsenale o salvare i progressi.

Ebbene si, il sistema di salvataggio viene affidato a slot manuali, alla morte ricomincerete la partita dall’ultimo punto, di conseguenza è consigliato fermarsi in queste sorti di stanze sicure per poter salvare i progressi prima di proseguire. Atomic Heart vi pone di fronte la scelta di 3 differenti livelli di difficoltà, il primo pensato per chi vuole godersi la storia senza impegnarsi, il secondo di tipo intermedio, che bilancia la difficoltà con la narrativa, e il terzo per chi vuole mettere seriamente alla prova la propria esperienza con gli FPS.

Come accade in molti altri giochi del genere, avrete munizioni limitate, dovrete esplorare l’ambiente in cerca del necessario per ripristinare i proiettili delle armi, la salute o ottenere dei potenziamenti e agevolazioni passive, oltre naturalmente materiali, denaro e collezionabili. Avrete a disposizione una sorta di scanner, con il quale per l’appunto scansionare l’ambiente in cerca di oggetti con i quali interagire, ve la vedrete con robot senza pietà, che potranno essere letteralmente decapitati e trucidati nei modi che ritenete opportuno, ad esempio avrete modo di sollevarli, fulminarli, tagliare loro gli arti o fargli saltare la testa, con galloni di sangue e olio.

Il mondo di gioco è piuttosto generoso seppure non paragonabile a molti altri open world, con la possibilità di consultare la mappa in qualsiasi momento per orientarvi, dedicandovi ad attività secondarie di ogni sorta, scontrandovi con boss colossali. Le ambientazioni sono davvero splendide, lo stesso vale per il comparto grafico, il team si è impegnato sodo nel proporre modelli e animazioni dettagliate, senza scendere a compromessi con il framerate, il quale appare piuttosto stabile per l’intera durata.

Atomic Heart non è solo combattimenti o esplorazione, non avrete a che fare solo con scontri con molteplici nemici o singoli boss, cutscene e segreti vari, vi troverete spesso di fronte ad enigmi ambientali, come l’apertura delle porte bloccate, che richiederanno il completamento di specifiche sezioni, oltre che di oggetti per lo sblocco. Vi dirò che inizialmente ho provato frustrazione nel cercare di sbloccare tali serrature, dato che il minigioco è basato sullo schiocco delle dita col giusto tempismo, ma come si suol dire la pratica rende perfetti. Le abilità a disposizione sono davvero numerose, combinabili tra di loro e suddivise per categoria, potrete divertirvi a scegliere il modo migliore per approcciarvi col nemico, dalle armi da fuoco a quelle da mischia, combinandole ai poteri dati dall’uso di una tecnologia piuttosto avanzata.

La mappa come detto è generosa, non manca di certo all’appello la possibilità di spostarvi con i mezzi di trasporto, per fermarvi in ogni luogo ad esplorare, nel tentativo di scoprire se c’è qualcosa di utile da raccogliere, imbattendovi inevitabilmente in un gruppo di robot fuoricontrollo. Atomic Heart è frenetico, caotico e violento, originale e divertente, coinvolgente ed estremamente longevo, qualcosa decidiate di sbloccare ed ottenere tutto ciò che il gioco ha da offrire.

Inizialmente vi dedicherete alle sole missioni principali, ma progredendo vi renderete conto di come sia inevitabile distogliere l’attenzione dalla trama, per dedicarsi ad attività secondarie che potrebbero farvi guadagnare denaro, materiali ed altro di cui avrete bisogno per proseguire. Il titolo non è paragonabile a Bioshock ma come detto lo ricorda molto, cerca di fondere il passato al futuro, proponendo scenari di quegli anni ma stravolti dalla tecnologia. Non manca all’appello il cosiddetto backtracking, il quale vi porterà più volte a tornare sui vostri passi, per aprire porte inizialmente bloccate e raggiungere luoghi inaccessibili, o semplicemente sconfiggere un nemico una volta potenziati. Certo, il doppiaggio è in inglese, tuttavia è supportato dai sottotitoli in italiano, rendendo l’avventura godibile anche da coloro che non masticano la lingua estera.

Una piccola nota dolente la si trova nella dimensione dei testi, la quale appare piuttosto ridotta, rendendo a volte difficoltosa la lettura. L’inventario viene gestito tramite un sistema a slot simile a quello di Resident Evil, il quale mette in mostra sia le armi con i relativi potenziamenti che consumabili ed oggetti vari. Nonostante siano presenti svariate ore di cutscene, al fine di raccontare al meglio la trama, gli autori hanno pensato di disseminare per gli scenari tanti di quei documenti e oggetti con i quali interagire, che se siete amanti della lettura trascorrerete molto tempo nel consultarli tutti.

Anche nel menu di pausa reandovi su Storia potete avere una panoramica generale di ogni singolo nemico o personaggio incontrato, con una descrizione accurata degli stessi ed una serie di screenshot da varie angolazioni. Ed ovviamente non potevano di certo mancare all’appello audiolog con registrazioni audio da riprodurre in qualsiasi momento. Mundfish non si è limitato alla sola azione ed esplorazione ma anche ad arricchire quanto possibile il comparto narrativo, rendendolo piuttosto esaustivo come si suol dire.

Personalmente ritengo che Atomic Heart sia un’esperienza completa, dettagliata e curata sotto ogni aspetto, lo dimostra anche il lavoro svolto nel rendere il titolo quanto più ottimizzato possibile per Steam Deck. Se avete adorato Bioshock, allora vi innamorerete anche di Atomic Heart fin dalle prime ore di gioco.

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