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Back 4 Blood: Recensione, Gameplay Trailer e Screenshot

Era il 2008 quando Valve lanciò sul mercato un nuovo genere videoludico con Left 4 Dead, il cui enorme successo portò allo sviluppo di un sequel l’anno successivo da parte del team Turtle Rock Studios. Si sa che purtroppo Valve è contraria ad un terzo capitolo, basti pensare a serie come Portal o Half-Life, le quali ancora oggi sono ferme al secondo titolo. Nel corso degli anni abbiamo assistito alla nascita di tanti cloni di Left 4 Dead, alcuni con gli zombie altri invece con meccaniche simili ma caratteristiche proprie, come ad esempio Warhammer Vermintide.

Quando un’azienda come Valve possiede i diritti di un franchise, anche se gli sviluppatori desiderano accontentare i giocatori che chiedono a gran voce un terzo capitolo, non sempre è fattibile, per questo motivo spesso si crea una nuova serie che riprenda in parte le sue meccaniche. Dopo il fallimentare Evolve, Turtle Rock Studios ci riprova ed oggi voglio condividere con voi la Recensione di Back 4 Blood, lanciato di recente su PC e Console anche tramite il Game Pass.

Come da nome, Back 4 Blood è l’erede spirituale o la costola che dir si voglia di Left 4 Dead. Un gruppo di sopravvissuti unisce le forze e l’arsenale in dotazione per eliminare orde di non morti, nel tentativo di raggiungere delle zone sicure fino ad una via di fuga definitiva, in 4 campagne suddivise in atti, come visto in passato del resto ma con delle differenze che vi illustrerò nel corso della recensione. La prima novità riguarda l’implementazione di un sistema basato sulle carte, tanto in voga in quest’ultimo periodo. Che si tratti di avere maggiore vitalità, munizioni, stamina o forza, è necessario disporre delle apposite carte, da sbloccare, acquistare ed equipaggiare prima di ogni campagna.

Inizialmente avrete a disposizione un deck di carte preimpostate, nel corso della storia potrete ottenere i punti necessari per sbloccarne ulteriori ed equipaggiarle, creando dei deck personali, da cui poter scegliere le carte all’inizio di ogni partita. Nonostante la presenza della co-operativa online a 4 giocatori, in Back 4 Blood ci sono più personaggi da selezionare, i quali variano solo esteticamente parlando, dato che le abilità vengono conferite dalle carte sbloccate, acquistate ed equipaggiate. La seconda novità risiede nella presenza di un hub, un luogo dove fare ritorno per equipaggiarsi a dovere, allenarsi e fare acquisti vari, un accampamento dove riunirsi con la propria squadra e decidere il da farsi.

La terza e sicuramente gradita novità riguarda la presenza per la prima volta del doppiaggio in italiano, nonostante sia impostato in inglese come default, oltre una serie di cutscene in specifici momenti della campagna, quasi a voler conferire al titolo una trama piuttosto che un trucida zombie a volontà senza sosta. Tornano gli infetti speciali, che nonostante il cambio di nome e fattezze possiedono abilità simili a quelle dei mostri di Left 4 Dead, da una sorta di Boomer che esplode e attira infetti oltre a danneggiarvi con l’acido, ad uno simile allo Smoker che vi afferra o un Hunter che vi danneggia con i suoi artigli.

All’inziio di ciascun atto potrete equipaggiarvi a dovere, spendendo il denaro virtuale accumulato nella cassa di rifornimenti, per scegliere quali armi, gadget ed oggetti vari portare con voi prima di uscire dalla zona sicura, da fucili, pistole e mitragliette a tubobomba, granate, medikit, defibrillatori e strumenti per scassinare le serrature delle porte di stanze, contenenti rifornimenti.Nonostante sia possibile selezionare il livello di difficoltà, questi risulta piuttosto mal bilanciato, portandovi ad affrontare svariati infetti speciali simultaneamente, a volte anche tre dello stesso tipo ed un numero sicuramente ridotto di zombie rispetto quelli di Left 4 Dead ma più minacciosi e in grado di rallentare la vostra avanzata.

Grazie all’aiuto del taser potrete liberarvi dagli infetti speciali e nel caso siano presenti bot prendere il controllo di questi ultimi alla morte del personaggio principale, in attesa di liberarlo e ricoprire nuovamente il suo ruolo. La co-operativa in Back 4 Blood è tutto, potrete giocare l’intera campagna in singolo e offline ma senza poter sbloccare carte e ottenere progressi vari, oppure affidarvi all’online, con tempi di attesa per cercare una partita piuttosto imbarazzanti.

A volte trascorrerete diverso tempo per cercare giocatori o ritrovarvi con dei bot. Le campagne sono 4 ma suddivise in atti, i quali fungono da checkpoint per riprendere la partita successivamente dall’ultimo punto raggiunto. Avrete a disposizione un certo numero di tentativi, dopo di che verrete retrocessi al checkpoint precedente. Se avete giocato Left 4 Dead non faticherete molto a padroneggiare le meccaniche, essendo bene o male le stesse, ma con una velocità più ridotta degli spostamenti.

Back 4 Blood non è solo co-operativa, è presente anche il multiplayer competitivo, il quale si differenzia da quello visto in passato, non dovrete affrontare la campagna con altri giocatori nei panni di infetti speciali pronti a mettervi i bastoni tra le ruote ma cimentarvi in una sorta di orda dove una squadra controlla i sopravvissuti e l’altra gli infetti speciali, da sbloccare e potenziare, ognuno con le sue abilità.

Sul fronte grafico il titolo compie decisamente un balzo in avanti rispetto Left 4 Dead, con un gameplay fluido e che si lascia piacevolmente giocare, anche se come anticipato la difficoltà è da rivedere. Nonostante gli sforzi di Turtle Rock Studios di riportare in vita un franchise tanto amato come Left 4 Dead, implementando novità per portare un’aria fresca, Back 4 Blood non riesce a raggiugere lo stesso livello di coinvolgimento, della serie bene ma non benissimo.

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