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Incredibile ma vero: Ragazza denuncia lo stupro del suo avatar, e la polizia indaga

Una storia sconcertante sta attirando l’attenzione del Regno Unito e mettendo sotto i riflettori una nuova forma di crimine, uno che si snoda all’interno dei confini virtuali dei metaversi. Si tratta di uno stupro virtuale segnalato nel corso del 2023, un caso che ha aperto un vaso di Pandora legato agli abusi nei mondi digitali.

Donna Jones, presidente dell’Association of Police and Crime Commissioners del Regno Unito, ha evidenziato questa sfida investigativa senza precedenti. Uno stupro nel mondo virtuale, sebbene non abbia causato danni fisici, ha inflitto “traumi psicologici” alla vittima, gettando luce su una nuova era di crimini digitali che richiedono risposte legali e di sicurezza innovative.

L’assenza di contatto fisico in questo caso solleva un dilemma legale: la mancanza di questa componente è un ostacolo nel riconoscere l’atto come violenza sessuale, un tema che solleva interrogativi sull’adeguatezza delle leggi esistenti nel trattare questo genere di crimini.

Ian Critchley, portavoce della National Police Chiefs’ Council (NPCC), ha puntato il dito contro le aziende gestori dei metaversi, evidenziando la loro responsabilità nel garantire la sicurezza degli utenti. I mondi virtuali, pur offrendo opportunità e creatività, possono purtroppo fungere da terreno fertile per i predatori, facilitando crimini con conseguenze emotive e mentali devastanti, specialmente sui minori.

La vittima, una ragazza al di sotto dei 16 anni al momento degli eventi, avrebbe subito traumi psicologici che ricordano quelli di un’aggressione fisica. Questo solleva interrogativi cruciali sulla percezione di questi crimini nell’ambiente virtuale e la necessità di aggiornare le leggi per affrontare tali sfide emergenti.

Questo non è il primo caso di violenza sessuale segnalato all’interno dei metaversi nel Regno Unito. Nel 2022, la ricercatrice Nina Jane Patel aveva denunciato un caso simile accaduto in Horizon Venues di Meta, segnalando aggressioni verbali e sessuali subite attraverso gli avatar.

Anche se non è stato specificato il metaverso coinvolto nel caso più recente, Meta ha ribadito il proprio impegno nella sicurezza, menzionando la presenza dei “confini personali” per proteggere gli utenti da sconosciuti e promettendo indagini approfondite non appena emergono ulteriori dettagli.

Questi casi mettono in luce una realtà spesso sottovalutata: i pericoli all’interno dei metaversi non sono meno tangibili di quelli del mondo reale. Le aziende tecnologiche devono affrontare in modo proattivo queste sfide emergenti per garantire un ambiente virtuale sicuro e protetto per tutti gli utenti, specialmente i più vulnerabili.

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