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Star Ocean The Divine Force: Recensione, Gameplay Trailer e Screenshot

Nel corso degli anni e delle varie generazioni di console, abbiamo assistito al lancio sul mercato di numerosi titoli, appartenenti a generi differenti, tra cui i tanto amati e odiati JRPG, di cui fanno parte franchise che ancora oggi dall’epoca dello SNES sono ancora vivi, seppure alcuni di essi invecchiati piuttosto male. Con tale premessa quest’oggi voglio condividere con voi la Recensione di Star Ocean: The Divine Force, lanciato di recente su PC e Console. Star Ocean purtroppo è un franchise che all’epoca ebbe un discreto successo, oggi dovendo confrontarsi con un Final Fantasy che si è evoluto nel corso degli anni, ed altri giochi di ruolo di un certo spessore, non esce vittorioso dallo scontro, restando un gioco di nicchia come si soul dire. Dopo una pausa di sette anni, Square-Enix lanciò Star Ocean 5, per poter testare il terreno, al fine di verificare l’interesse dei giocatori nei confronti del brand, e nonostante ebbe un certo numero di appassionati, non furono sufficienti a giustificare il proseguimento della saga, almeno fino al 2021, quando la casa ci riprovò nuovamente, come se non volesse abbandonare il franchise, annunciando lo Star Ocean di cui vi parlerò quest’oggi, con la premessa che la saga è nata nel lontano 1996.

La serie Star Ocean non ha mai fatto entusiasmare più di tanto i giocatori in termini narrativi, il vero fulcro dell’esperienza, il cuore o come potremmo definirlo il punto di forza, risiede nel gameplay. In The Divine Force la storia ruota attorno a battaglie stellari, tiranni spaziali e un atterraggio di fortuna su un pianeta alieno. Per comprendere al meglio la trama andrebbe giocato due volte, tuttavia la generosa longevità non lo permette, considerando i numerosi giochi usciti e in uscita che verrebbero ignorati dedicandosi ad un solo titolo in maniera approfondita, ma si sa che in questo settore si è costretti a fare delle scelte. Star Ocean non è in italiano, ciò lo rende un gioco ancora più di nicchia, considerando che molti non giocano Genshin Impact proprio per l’assenza dell’italiano, il quale sarà disponibile a breve dopo anni dal lancio, ciò è la dimostrazione di come quando un titolo non ha la lingua nostrana nemmeno nei testi, specie se si tratta di un gioco di ruolo, venga facilmente snobbato da chi non è cresciuto con il franchise o disposto a studiare un pò di lingua estera al fine di comprendere trama e dialoghi. Inutile dirvi che in Star Ocean i dialoghi sono davvero tanti, vi serviranno sia per delineare meglio i rapporti tra i vari personaggi, che ottenere preziose informazioni legate alla trama principale.

Se sul fronte narrativo Star Ocean non è brillante, il comparto grafico non è da meno, con modelli e animazioni che sembrano usciti da console di vecchia generazione, pur essendo cross-gen. Le città sono diversificate l’una dall’altra, suddivise in macro-zone, come accade del resto in ogni gioco del genere JRPG, e fortunatamente ben realizzate e dettagliate, sia in illuminazione che modellazione, con paesaggi belli da vedere, a dimostrazione di come il team abbia dato più enfasi agli ambienti, sopratutto considerando che trascorrerete la maggior parte del tempo nell’esplorazione, sia in orizzontale che verticale. In qualsiasi momento potete cambiare personaggio, sia in combattimento che esplorazione, con la possibilità di scattare, svolazzare, schivare e compiere diversi tipi di attacchi. Non potevano di certo mancare all’appello forzieri e collezionabili per la gioia dei completisti, collocati il più delle volte in modo strategico. Superato il prologo verrete lasciati liberi di andarvene in giro per gli scenari in cerca di oggetti e materialil, segreti e scorciatoie oltre che attività varie da portare a termine. In alcuni dungeon dovrete risolvere degli enigmi per raggiungere l’uscita, in altri suonarle di santa ragione ai nemici, con la possibilità di potenziarvi. Le missioni secondarie sono indicate sulla mappa con dei puntini gialli, i quali rappresentano poi i PNG che ve le affideranno.

Portata a termine la missione potete decidere se tornare dal PNG tramite il viaggio rapido, nonostante questi non avvenga proprio di fronte al personaggio in questione ma al punto principale della città nella quale è collocato. Le attività secondarie non hanno trama, sono semplici richieste da portare a termine, le quali possono essere intraprese tra una missione principale e l’altra o durante le fasi esplorative. Accumulando punti è possibile sbloccare nuove competenze, le quali consentono di creare oggetti migliori, oltre lo sblocco di abilità negli appositi alberi. Nei combattimenti potrete schierare fino ad un massimo di 4 personaggi, passando da uno all’altro in qualsiasi momento, costruendo il party ideale, ognuno con il proprio sistema di attacco composto da combo ed abilità varie. Da elogiare la presenza della cosiddetta pausa tattica in stile Final Fantasy VII Remake, la quale permette di riorganizzare il gruppo e cambiare strategia, prendendosi il tempo necessario per farlo.Il team ha lavorato molto sull’ottimizzazione, a dimostrazione di ciò qualora lo giochiate su PS5 in modalità Prestazioni, avrete un’esperienza a 60fps, con un gameplay fluido e tempi di caricamento ridotti.40 le ore necessarie per portare a termine la trama principale, con una lunga serie di sbloccabili ed attività secondarie, oltre la rigiocabilità data dal comprendere al meglio la trama. Interessante anche il bilanciamento contro i boss, che rende le battaglie coinvolgenti e impegnative quel tanto che basta da dare una certa soddisfazione al giocatore.

The Divine Force nonostante si tratti di una serie secolare, ha ancora molto da imparare dai grandi del medesimo genere, un bene ma non benissimo, un titolo che gli anni che ha alle spalle li mette in mostra, e dove franchise come Final Fantasy hanno saputo evolversi in tutto e per tutto, Star Ocean resta ancorato al passato, quasi a voler far versare una lacrimuccia ai veterani, col timore di osare nel portare un pò di novità, un titolo che in termini di gameplay ha sicuramente molto da offrire, specie nell’esplorazione, ma che per il resto andrebbe rivisto.

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