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The Dark Pictures Little Hope: Recensione, Gameplay Trailer e Screenshot

Lo scorso anno arrivò sul mecato una nuova serie Horror nota con il nome di The Dark Pictures, suddivisa in episodi. Dopo Man of Medan uscito il 30 Agosto 2019, quest’oggi voglio condividere con voi la Recensione di Little Hope, rilasciato di recente su PC e Console.

The Dark Pictures strizza l’occhio ad Until Dawn, horror che si differenziava dalla massa, proponendo più un racconto interattivo che un gioco vero e proprio, dove il giocatore veniva messo di fronte ad interrogativi, della serie come ti comporteresti di fronte al pericolo? quali scelte attueresti? Decisioni che portavano alla morte o meno dei protagonisti.

Quando parlo di Quick Time Event è inevitabile avere nella mente il suo capostipide, ossia Shenmue, il quale introdusse per la prima volta in un videogioco, momenti nei quali il giocatore doveva premere il tasto che compariva sullo schermo con il giusto tempismo per non fallire l’azione, ciò portava inevitabilmente il giocatore ad avere la massima attenzione durante le cutscene.

In Until Dawn si viveva una terrificante storia, spostando il personaggio negli scenari al solo scopo di interagire con oggetti e personaggi, affidando il resto ai Quick Time Event e decisioni morali. The Dark Pictures sposa il medesimo stile, proponendo nuove, terrificanti ed originali storie, narrate da un bibliografo che sembra uscito da uno dei racconti di Agatha Christie.

Il narratore non solo introduce il giocatore nella storia dell’orrore che dovrà vivere in prima persona, ma tornerà alla fine di ogni capitolo per fare il riepilogo della situazione e sfoggiare le sue perle di saggezza. Come già visto in Man of Medan, anche Little Hope propone le medesime meccaniche, trasportando però il giocatore in una storia e ambientazione differente, con nuovi personaggi, seppure il narratore si ricorderà di voi se provenite dal precedente capitolo.

La storia ruota attorno a degli strani eventi che avvengono nella piccola cittadina di Little Hope, la quale sembra uscita da Silent Hill. Una fitta nebbia avvolge la città, strane e terrificanti apparizioni colgono di sorpresa i protagonisti, i quali vengono trasportati spesso indietro nel tempo, per rivivere gli eventi passati, in un periodo in cui la chiesa dava la caccia alle streghe. Ciò che è accaduto in passato influenzerà gli eventi del futuro o meglio dire presente, nei quali i protagonisti di troveranno coinvolti.

Se in Man of Medan gli scarejump erano più unici che rari, collocati stretegicamente per non rovinare l’esperienza al giocatore, in Little Hope gli sviluppatori hanno decisamente esagerato, proponendo continui scarejump dovuti per lo più all’incremento esponenziale della musica o effetti sonori, facendo comparire di tanto in tanto qualche volto mostruoso, al punto che dopo i primi balzi il giocatore proseguirà fino ai titoli di coda con indifferenza, trovandosi il più delle volte di fronte ad eventi scontati.

Little Hope come anticipato sfoggia un’ambientazione alla Silent Hill, camminerete per boschi e le strade della città con una fitta nebbia che avvolge il tutto, esplorerete degli edifici abbandonati e passerete di continuo dal presente al passato, interagendo con i vari personaggi e compiendo scelte che muteranno il corso degli eventi. Non mancano all’appello momenti nei quali dovrete premere i pulsanti su schermo con il giusto tempismo per evitare di morire e quindi perdere il personaggio.

Non esiste il gameover, la morte di uno dei personaggi porterà al proseguimento della storia senza lo stesso e di conseguenza ad eventi differenti. Non vi sono enigmi particolarmente complessi da risolvere, non vi troverete di fronte il classico Horror nel quale dovrete fuggire da delle entità o difendervi, Little Hope è un racconto interattivo con dialoghi a volontà, scelte multiple e Quick Time Event che segneranno o meno il destino dei protagonisti.

Sul fronte grafico Little Hope sfoggia delle ambientazioni coinvolgenti e dettagliate, con personaggi carismatici e ben modellati, discutibile invece il doppiaggio in italiano che non conferisce giustizia ai protagonisti, con dialoghi a volte privi di un senso logico e smorzati. Ottimo il frame rate il quale risulta stabile per l’intera durata, bilanciandosi con un comparto grafico appagante anche su console.

Coinvolgente la trama, la quale nonostante presenti dei vuoti che spetterà al giocatore colmare con una spiegazione logica, riesce a intrattenervi per l’intera durata. Little Hope come anticipato abusa degli scarejump, tramutando lo spavento e la paura delle prime fasi in indifferenza, portando il giocatore a rimanere incollato allo schermo più che distogliere lo squardo e avanzare con timore con la paura di trovarsi di fronte qualcosa di terrificante.

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