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Yomawari Lost in the Dark: Recensione, Gameplay Trailer e Screenshot

Era il 2015 quando NIS America portò sul mercato una nuova serie videoludica di genere Horror, mi sto riferendo naturalmente a Yomawari, la quale nel corso degli anni vide anche il sequel Midnight Shadow e la collection The Long Night. A distanza di 4 anni quest’oggi voglio condividere con voi la Recensione di Yomawari Lost in Dark, terzo capitolo della saga. Giunto sul mercato in vista di Halloween, Lost in Dark prosegue le vicende dei precedenti titoli, che come anticipato NIS America ha riproposto in una collection, per dare modo di preparsi al meglio a ciò che viene narrato, mostrato e vissuto in Lost in Dark. Naturalmente le meccaniche restano le medesime, così come lo stile grafico, ma con nuove ambientazioni da esplorare, terrificanti mostri dai quali fuggire ed alcune novità interessanti. La protagonista si risveglia senza nome, in un bosco stregato, popolato da creature di ogni sorta. Nelle prime fasi dell’avventura farà la conoscenza di una ragazza, la quale dirà alla protagonista di essere colpita da una maledizione, avrà tempo fino all’alba per riuscire a infrangerla, altrimenti resterà intrappolata per sempre nelle tenebre.

Se provenite dai precedenti capitoli ricorderete sicuramente le ambientazioni tipiche giapponesi, e Lost in Dark non è da meno, con città identiche a quelle del passato, con l’obiettivo però di raggiungere la propria abitazione. Il mondo di gioco è strutturato in macro-aree esplorabili interamente, al fine di recuperare oggetti utili per proseguire la trama. L’intera storia è incentrata proprio sul recupero di oggetti chiave legati ai ricordi della protagonista, che permetteranno alla stessa di rivivere dei flashback. Il Gameplay di Yomawari Lost in Dark è quello che da sempre ha conquistato i giocatori, vale a dire spostarsi nello scenario con visuale isometrica, cercando di sfuggire ai mostri provenienti dal foklore nipponico, nascondendosi nei cespugli e non solo. La nuova meccanica introdotta riguarda la torcia, con la pressione del pad potrete accendere e spegnere il dispositivo, strumento utile per farvi strada nell’oscuro mondo ma un faro che attira mostri di ogni sorta, dovrete quindi decidere quando proseguire a tastoni o ricorrere alla luce mettendo allo stesso tempo a rischio la vostra vita.

Non solo punti di interesse, esplorando la mappa potrete raccogliere monete da spendere per salvare i progressi presso i santuari, oltre oggetti chiave per la narrazione. La difficoltà principale dunque è data dal decidere con estrema attenzione quando salvare, dosando al meglio le monete a disposizione. Non mancano puzzle ambientali da risolvere, seppure non vi terranno poi molto incollati, non essendo così complessi come ci si aspetti. Il vero fulcro dell’esperienza risiede nel comparto audio, se giocato con le cuffie può restituire un’esperienza davvero immersiva e terrificante. Udrete rumori e versi in lontananza, una campanella che squilla per indicare i punti di interesse e naturalmente il battito del cuore della protagonista, avvertibile quando un nemico è nei paraggi. Yomarari è tornato per la gioia degli appassionati della serie, con una nuova trama, ambientazioni già viste ed altre inedite, ed una manciata di novità interessanti, oltre creature terrificanti pronte a tenervi in ansia durante le fasi esplorative, nel timore di essere scoperti e dare vita al gameover.

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