A partire da oggi, Amazon Prime Video ha ufficialmente varcato la soglia delle pubblicità durante la riproduzione di video. L’annuncio, già fatto tempo addietro, si è concretizzato con l’introduzione di brevi interruzioni pubblicitarie, che ora affiancano il contenuto di streaming. Questo nuovo sviluppo si accompagna all’obbligo di un pagamento aggiuntivo per godere di un’esperienza senza interruzioni.
Al momento, l’iniziativa è attiva negli Stati Uniti, con l’implementazione pianificata nel Regno Unito, in Canada e in Germania all’inizio del 2024. Francia, Italia, Spagna, Messico e Australia seguiranno nel corso dell’anno. Quindi, sebbene l’Italia non sia ancora coinvolta, è solo questione di qualche mese prima che anche da noi si possa sperimentare questa novità controversa.
Secondo quanto dichiarato da Amazon, le pubblicità saranno limitate sia in quantità che in durata, promettendo “significativamente meno pubblicità rispetto alla televisione tradizionale e ad altri provider di servizi di streaming televisivo”. Tuttavia, il concetto di pubblicità su un servizio precedentemente esente da tali interruzioni ha già sollevato diverse discussioni.
Le prime testimonianze provenienti dagli Stati Uniti suggeriscono che gli spettatori possono aspettarsi interruzioni pubblicitarie di circa 2-3,5 minuti ogni ora di riproduzione video. Tuttavia, è importante sottolineare che queste sono solo stime iniziali, e ulteriori rilevazioni sono necessarie per avere un quadro più preciso.
Per coloro che desiderano un’esperienza priva di interruzioni pubblicitarie, Amazon offre la possibilità di rimuoverle pagando un costo aggiuntivo. Negli Stati Uniti, il prezzo richiesto è di 3 dollari al mese, somma che si aggiunge al prezzo standard dell’abbonamento Prime di 15 dollari al mese o 140 dollari all’anno.
In Italia, dove i prezzi standard sono notoriamente inferiori (49,90 euro all’anno), è ancora incerto come il costo della rimozione della pubblicità si rifletterà sul mercato italiano. La comunità di utenti italiani di Amazon Prime Video è in attesa di ulteriori dettagli e conferme sui dettagli specifici riguardo a questa nuova “tassa” per un’esperienza senza pubblicità.
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