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Need for Speed Unbound: Recensione, Gameplay Trailer e Screenshot

Una delle saghe videoludiche del genere guida a cui EA tiene maggiormente, è senza ombra di dubbio Need for Speed, la quale nel corso degli anni ha visto numerosi capitoli, sviluppati da team differenti, fino a quando Criterion Games, nota per la serie Burnout, ha deciso di occuparsene personalmmente, dando vita a capitoli che hanno tentato in qualche modo di riportare il franchise alle origini, quando Undeground la faceva da padrone su PS2. Dopo Need for Speed Heat quest’oggi voglio condividere con voi la Recensione di Need for Speed Unbound, il quale cerca di portare una ventata di aria fresca attraverso un comparto grafico mai visto prima d’ora nella saga, un cel-shading che rende il gioco di guida quasi Anime, il che ricorda per certi versi Automodellista, di cui personalmente sento la mancanza, ma questa è un’altra storia. Ad ogni modo dopo aver trascorso del tempo sulle strade di Unbound vi riporto le mie impressioni. NFS Unbound propone una trama che sembra uscita da Fast and Furious, la modalità Storia vi fa vestire i panni di un personaggio ignoto, con la possibilità di personalizzarlo nel look, dalla scelta di capelli, barba e occhiali al vestiario ed altri capi d’abbigliamento o modelli.

Per ironia della sorte il protagonista lavora in un garage, il quale insieme al proprietario e all’amica decidono di rimettere a nuovo una vecchia auto, per poi lanciarsi inevitabilmente nelle corse clandestine di Lakeshore City, una versione immaginaria di Chicago secondo Criterion. Tutto fila liscio come l’olio, fino a quando il garage viene derubato di tutte le sue auto durante il recupero di una vettura per conto di una vecchia conoscenza. Passano anni dall’accaduto e l’unico ricordo che resta è il rimborso di essere caduti vittima di una trappola, che è costata cara al proprietario del garage, dovrete quindi farvi un nome e gareggiare clandestinamente, al fine di avere la vendetta e recuperare il maltolto. Se avete giocato Most Wanted riconoscerete l’idea di base, mentre da Heat proviene il sistema di creazione e personalizzazione del personaggio. Nella modalità Storia dovrete fare soldi, acquistare auto, modificarle e vincere le gare per fare ancora più soldi, il tutto con una struttura open world che permette di scorazzare liberamente nello scenario in cerca di eventi o semplicemente per sfoggiare il proprio bolide. Il più delle volte vi verrà richiesto di spostarvi da un punto all’altro, prendere parte ad una gara per poi tornare alla base.

Interessante il comparto online, il quale permette di creare un secondo personaggio, slegato da quelo della Storia, scegliendo tra tre auto di partenza ed avendo a disposizione un pò di contanti iniziali per potenziare il veicolo o acquistarne un secondo. Vincendo le gare o ottenendo una buona posizione si ricevono soldi da spendere per arricchire il proprio parco auto o apportare ritocchi alle vetture in possesso. In termini di meccaniche Unbound riprende quella dei tradizionali NFS, dove è possibile derapare ed usare la nitro, che si ricarica automaticamente con stunt e acrobazie, per poter avere la meglio sugli avversari. Oltre la classica nitro avrete a disposizione anche il Turbo Speciale, una seconda barra suddivisa in tre segmenti, la quale vi darà un ulteriore spinta. Non manca all’appello il sistema che gestisce i momenti della giornata, passando dall’alba al tramonto, sia durante le competizioni che esplorazione. Come anticipato il comparto grafico è in cel-shading, il quale conferisce a personaggi e vetture un tocco cartoonesco, con scenari realizzati rigorosamente in 3D, ed effetti che sembrano usciti da Initial D Extreme Stage. Personalmente ho apprezzato il nuovo stile, il quale porta una ventata di aria fresca in una serie che sembra aver raggiunto l’apice del successo. Quando l’open world era una novità, passando da Underground a Most Wanted, oggi è un elemento chiave per la serie, di conseguenza l’unica novità apportabile secondo Criterion risiede in un restyling grafico.

Ovviamente la colonna sonora gioca bene le sue carte, con melodie che allietano il giocatore sia durante l’esplorazione che competizione, sposandosi alla perfezione, ritmata e orecchiabile. NFS si comporta egregiamente in gioco sia nella fluidità che nei tempi di caricamento, merito sopratutto dell’SSD sul quale è stato installato. Unbound è il capitolo definitivo di Criterion Games, la quasi uscita col botto, considerando che di recente ha espresso il desiderio di tornare a lavorare su Burnout, ma questa è un’altra storia.

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