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Twin Mirror: Recensione, Gameplay Trailer e Screenshot

Se vi dicessi Dontnod Entertainment cosa vi verrebbe in mente? Magari Tell Me Why o forse Life is Strange, software house nota per lo sviluppo di giochi prettamente narrativi, nonostante nel suo repertorio spiccano anche titoli come Vampyr.

Con questa premessa oggi voglio condividere con voi la Recensione di Twin Mirror, distribuito da Bandai Namco, a differenza di Life is Strange e Tell Me Why che sono state invece gestiti da Koch Media. Se siete appassionati di narrativa mettetevi comodi, a seguire vi illustro ciò che il gioco ha da offrire.

Twin Mirror catapulta il giocatore a Basswood, una piccola cittadina del West Virginia, dove si è svolto il funerale di Nick, il migliore amico del protagonista Sam Higgs, giornalista investigativo che si è visto costretto al rientro nella sua città natale per risolvere alcuni conti lasciati in sospeso.

Se provenite da Life is Strange come sapete Dontnod è abile nel proporre un Gameplay innovativo ed originale, il quale si sposa alla perfezione con la narrazione, Twin Mirror non è da meno. Nel corso del gioco potrete accedere al Palazzo Mentale, dove sono custoditi i ricordi del protagonista, con la possibilità di riviverli col progredire della trama ed usufruire di alcune abilità rivolte a modificare la struttura di gioco.

I ricordi si suddividono in principali, dunque obbligatori per raggiungere i titoli di coda, e opzionali ma consigliati per conoscere al meglio alcuni aspetti del protagonista. Lo scopo ultimo del gioco è quello di scoprire cosa è accaduto al defunto amico, interrogando gli abitanti della piccola cittadina e indagando sul caso con ogni mezzo a disposizione.

Twin Mirror rompe la cosiddetta quarta parete, portando il giocatore ad agire a seconda dei propri pensieri e convinzioni su determinate situazioni. Con questo nuovo titolo il team di sviluppo fa un passo indietro in termini di conseguenze date dalle azioni o risposte fornite, cambiando solo qualche riga di dialogo e nulla più. I luoghi esplorabili non hanno un’alta interattività, ciò ne consegue che spesso vi dirigerete diritti al punto, quasi a voler focalizzare l’attenzione del giocatore sulla trama principale.

Da bravi detective dovrete raccogliere le prove sufficienti per risolvere il caso, la cui storia si conclude nel giro di circa 6 ore, senza la presenza dei cosiddetti tempi morti. Come da tradizione il doppiaggio è in inglese con i sottotitoli in italiano, i quali permettono a chi non mastica la lingua estera di comprendere la trama ed ogni singola sfumatura. Lo stile grafico pur compiendo un notevole passo in avanti rispetto quello adottato in Life is Strange, non abbandona il marchio di fabbrica, conferendo a personaggi e ambientazioni quel look quasi cartoonesco.

Da elogiare indubbiamente la trama che del resto è tutto nella nuova esperienza di Dontnod, con una colonna sonora orecchiabile e che si adatta alla perfezione con ogni singolo momento presente in gioco. Nonostante la presenza di meccaniche inedite che non sanno di già visto, Twin Mirror rispetto alle precedenti produzioni della casa di sviluppo offre meno libertà di azione ed esplorazione, quasi a voler lasciare al resto la responsabilità di raccontare la breve e coinvolgente trama, portando il giocatore il più delle volte ad essere un semplice spettatore.

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